mercoledì 20 gennaio 2010

democrazia e legalità

Più voci, anche autorevoli vedi  l'articolo uscito oggi su Repubblica.it a firma ZAGREBELSKY ,riassumono il problema del conflitto, sempre latente ma esploso negli ultimi anni, tra magistratura e governo, come un conflitto tra principio democratico e principio di legalità.

Il governo verrebbe legittimato nel suo operare dal voto popolare e democratico. La magistratura dal diritto. Il problema nascerebbe dal voler bilanciare questi due principi.

Convergono su questa posizione ministri della giustizia ed esimi costituzionalisti. Da destra e da sinistra, con qualche, cautissima, riserva al centro. Come già scritto da Zagrebelsky, tutti riconoscono che "il problema c'è". Anche se nessuno sa bene come risolverlo nell'attuale assetto costituzionale. La maggioranza continua a sfornare provvedimenti di chiara natura incostituzionale, se non eversiva, mentre l'opposizione si compiace di non essere al governo e di poter così passare di mano più velocemente possibile la patata bollente. 

Il problema invece non c'è. O meglio, si tratta di un problema diverso.

Il principio di legalità, lo stato di diritto e la democrazia sono espressioni dello stesso sistema politico-sociale. Il fatto che due poteri dello stato confliggano non vuol dire affatto che i principi lo siano. Tutt'altro.

La legittimazione (da lex, legis) popolare e il principio di legalità (da lex, legis) sono invece inestricabilmente connessi. Insieme formano la democrazia. Non può essere altrimenti. Poichè ognuno acquista senso nella relazione con l'altro. Un'elezione al di fuori di un principio legalitario diventa cesarismo. Uno stato di diritto di unica elezione diventa nazismo. Nella loro complementarietà invece, nasce la democrazia.

Al fine di consentire al cittadino di eleggere liberamente i propri rappresentanti, è necessario che questo disponga di diritti civili e politici. Senza questi, l'elezione è una farsa.

Questi diritti fanno parte delle costituzioni e afferiscono direttamente al principio di legalità.

La stessa elezione di Berlusconi non avrebbe alcun senso se fosse stata effettuata ledendo i principi di legalità.

Diritti civili e politici non sono gli unici che danno senso e legittimano l'azione del governo. Lo sono anche i cosìdetti diritti di terza e quarta generazione. I diritti sociali, i diritti dell'identità e della personalità, i diritti ad una vita degna e senza discriminazioni. Il diritto ad un'informazione imparziale e libera.

La magistratura, potere dello stato, ha tra le sue funzioni quella di proteggere l'esercizio di tali diritti (o meglio di giudicare coloro i quali trasgrediscono) . Protegge di conseguenza anche il senso che viene attribuito all'elezione che da potere all'esecutivo. In altre parole legittima l'azione di governo, in quanto certifica e ascrive la procedura formale e quella sostanziale che ha portato l'esecutivo ad essere tale.

D'altronde si commette anche un errore (grasso) quando si dice che l'esecutivo, in Italia, ha certa investitura popolare. Costituzionalmente, invece, l'esecutivo gode della fiducia del parlamento, che può toglierla in qualsiasi momento. E' il parlamento l'organo legittimamente eletto, non il governo. Nè il suo presidente. I frequenti voti di fiducia non sono un segno di ottima saluta del nostro assetto democratico.

Abbiamo quindi almeno 2 aporie nel discorso pubblico sul conflitto tra principi di legalità e legittimazione popolare:

  1. i principi di legalità e quello di legittimazione popolare sono in conflitto. 
    Falso. sono invece necessariamente complementari. La loro relazione da vita alla democrazia.
  2. il governo ha legittimazione popolare, mentre la magistratura ha la salvaguardia della legalità.
    Falso, il governo viene legittimato dal parlamento, che è invece l'organo a legittimazione popolare. La magistratura da senso alla democrazia anche attraverso la salvaguardia dei diritti fondamentali.

L'intreccio del sistema democratico vuole che tutti i poteri dello stato siano legittimi. Non esiste una legittimazione più forte di un'altra. 

Ma allora, da dove provengono i problemi che tutti evocano, non chiarendone però mai, tantomento a sinistra, confini e soluzioni?

A voi la parola.

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